Tabagismo


La storia del tabacco

Nelle scuole elementari americane anni fa una campagna per l'educazione antifumo cominciava con un indovinello.
"Nasce come stramberia, si trasforma in costume, diviene vizio, finisce piaga dell'umanità".

Come stramberia la portano in Europa i reduci delle esplorazioni colombiane. Le prime notizie storiche le troviamo nella "Storia Generale delle Indie" di Bartolomeo de la Casas in cui si legge al riguardo che gli indiani " mischiano il fiato con il fumo di un'erba chiamata "petum" e soffiano come dannati". Il "petum" o "tabago" veniva annusato, masticato o fumato in delle specie di pipe di pietra rossastra. Sia per I Maya, che per i pellirosse il far ardere il tabacco rappresentava un fatto religioso e voler osannare il Dio Balan , il dio dei quattro venti, che accendeva con i suoi lampi e le sue fumate ( le nuvole) il cielo.
Ma le testimonianze degli esploratori sono comunque concordi nell'affermare che " inghiottire fumo prende più tempo che lavorare...".

Sembra che a portare il tabacco in Europa fosse il frate Romano Pace; sicuramente in Spagna venne introdotto nel 1559 da Gonzalo Fernadez de Toledo: Si diffuse a livello diplomatico in tutto il continente quando l'ambasciatore portoghese Jean Nicot fece omaggio a Caterina de Medici non solo delle foglie ma anche dei semi delle piante che venne denominata dal nome di Nicot "Herba nicotina".
Credo che pochi, anche tra i più incalliti fumatori sono a conoscenza dell'origine del nome tabacco e nicotina.

Ma andiamo avanti con qualche ricordo di storia: in Italia venne introdotta nel 1579 dai Cardinali Santa Croce e Tornabuoni.

Nelle buona borghesia l'ora del fumo precedette cronologicamente di almeno due secoli l'ora del te.
Già nel 1600 gli Stati (prima l'Inghilterra, seguita dalla Francia e poi dagli altri)pensarono di far fruttare il vizio costituendo i Monopoli. Ma intanto nel 1650 alla corte di Savoia si ballava "il ballo del tabacco"., segno del favore goduto dalla moda. Nel 1700 tabaccavano tutti: papi, re , cardinali, ambasciatori , medici e parroci. Il vizio o l'abitudine finì anche per contagiare le donne. M.M., la suora che divideva i suoi favori tra l'abate di Bernis e Casanova, regalò a quest'ultimo una tabacchiera che aveva un doppio segreto. Tirando il fondo della scatoletta appariva il suo ritratto in abiti monastici, ma spingendo su un angolo si apriva un coperchietto che la mostrava tutta nuda distesa su un materasso nero.

Sempre nel 1700 alcune dame fondarono poi l'ordine della Tabacchiera. Vi si legge :"Noi Cavalieresse dell'Ordine della Tabacchiera, dichiariamo di non aver trovato fino ad oggi nulla all'infuori del tabacco degno di farsi amare costantemente da noi. Il tempo ci fa trovare dei difetti nei nostri amanti, dell'ingratitudine nelle nostre amiche, del ridicolo in una moda che noi cambiamo 4 volte all'anno. solo il tabacco noi troviamo degni di essere amato.
Nel 700 infine gli si ritenevano qualità medicamentose: era decisivo per combattere la peste, le ulcere gastriche e le polmoniti erano purificate con dense nuvole aspirate nella cassetta toracica; le piaghe perdevano la loro virulenza dopo essere state affumicate; gli epilettici ritrovavano un equilibrio dopo robuste pipate. Non parliamo poi dei piccoli malessere, tipo emicranie, capogiri, nausee; le carie dentarie erano poi intossicate dal fumo. Dall'uso e all'abuso di tale panacea il passo era breve: un sigaro, quando si è fuori forma, una fiutatina di tabacco per schiarire le idee annebbiate e il tabacco diventa costume.
L'origine della sigaretta sembra che sia stata inventata durante la guerra di Crimea, quando un carico di pipe colò a picco e ai soldati venne l'idea di arrotolare il tabacco nei contenitori di carta della polvere da sparo. Per molti anni la sigaretta non interessò i fumatori di pipa e di sigari, perché ritenuta troppo dolciastre o insipida ma quando , tra le due guerre mondiali, i trinciati si fecero più forti, quello che prima era un vizio ora divenne una piaga che si estendeva progressivamente, spinto dall'avvio delle necessità industriali: Tale necessità sui sposò dopo la seconda guerra mondiale con lo sviluppo della pubblicità che indirizzò , come ancor oggi, i costumi e le abitudine della collettività.
E con questa triste constatazione finisce o meglio si interrompe la storia del fumo e del tabacco, una storia che ci serberà ancora però capitoli interessanti.
E con questa triste constatazione finisce o meglio si interrompe la storia del fumo e del tabacco, una storia che ci serberà ancora però capitoli interessanti.

Saranno i capitoli , aperti nel 1964 con il rapporto Terry, che mettono in luce l'azione negativa del fumo, inserendolo in una situazione sempre più grave di inquinamento atmosferico.

La fine degli anni ottanta vedono salire in tutto il mondo i movimenti cosiddetti dei "verdi" che vogliono mettere in luce gli aspetti negativi della commercializzazione e industriali per far ritornare in vita l'aspetto naturalistico dell'uomo.

Il fumo ha cessato di essere un fatto individuale, una scelta personale e in definitiva insindacabile nel momento in cui ci si è accorti che il fumo passivo, cioè il fumo che la vicinanza di un fumatore ti costringe a inalare, è anch'esso nocivo.
Agli inizi degli anni ottanta un giapponese, Takeshi Hirayama, pubblicò uno studio statistico che dimostrava che in un campione di 50.000 donne sposate, le mogli dei fumatori pur non essendo fumatrici si ammalavano di cancro del polmone con frequenza doppia delle mogli dei fumatori. Da allora, in alcuni popoli più degli altri, ma in generale ovunque, se ti fumano addosso non è più un gesto maleducato ma un attentato alla tua salute.

Questa in breve la storia del tabacco e di come si fuma; si potrebbe riassumere così la sua storia: nascita, vita e morte di una stramberia che è diventata una abitudine eun vizio.


Ultimo Aggiornamento: 23/07/2008 15:37